RECENSIONI

2009

Ogni opera ha un significato; è un rendere concreto ciò che è un sogno o un ricordo, un’espansione dell’anima che si realizza attraverso il segno e una fresca orditura dei cromatismi e delle scansioni luministiche del colore vivace e gustoso.

Concezio Barcone
Storico dell’Arte

Le opere di Serenella Polidoro, artista legata ad un linguaggio figurativo reinterpretato attraverso canoni espressivi originali, sono caratterizzate da un formalismo onirico, a volte mistico, di evasione dalla realtà. Un neorealismo permeato di visioni paesaggistiche che si distingue per la meticolosa ricerca dei timbri cromatici. I blu, gli azzurri, i turchini, tendenti a sottolineare la potenza suggestiva dell’immagine.

Pierpaolo Bellucci
Critico d’Arte

Osservando le opere di Serenella Polidoro, colpisce la progressiva trasformazione del suo modo di dipingere. L’inizio della sua pittura è dedicato allo studio del particolare paesaggistico, con un fare di apprendista che timidamente si avvicina alla pittura.
Nel ricercare particolari degli antichi borghi: portali, scalinate, insenature dall’aspetto misteriose, finestre e antiche stradine, Serenella cerca di interpretare, con i colori, le sensazioni e i misteri racchiusi in vecchie realtà dove le vicissitudini umane hanno condiviso, con i luoghi salienti, momenti di vita. E’ in questa fase di ricerca che serenella Polidoro sviluppa e approfondisce la tecnica pittorica, cercando motivi iconografici che destino sensazioni che arricchiscono la sua pittura.
La sua vena pittorica si sviluppa quando, pur rimanendo nel mondo del figurativo, inizia a creare sfondi pittorici inseriti nei dipinti paesaggistici; sono colori che danno la sensazione dell’astratto, di un astratto informale che trasmette la visione di infinito, in uno spazio dove le dimensioni sono definite.
La tecnica del segno, va verso l’automatismo, un automatismo che sviluppa simboli, che inserito nel contesto figurativo, diventano il segno pittorico di Serenella.
Serenella Polidoro riesce in certe opere a catturare la fuggevolezza del reale, le sensazioni diventano facile lettura. Uno spazio, che nel tempo, trova risposte reali.
Nelle ultime opere si coglie la determinazione e il nuovo modo di dipingere, si avverte una forma gioiosa di proporre le sue tematiche. E’ il momento in cui la sua pittura diventa una sottile vena poetica.

Roberto Franco
Critico d’Arte

Guardo i tuoi quadri, serenella, e una sottile vertigine mi prende: sento lentissimamente sciogliersi il silenzio che mi circonda. I colori si fanno emozioni, aliti che mi accarezzano e mi dicono di te, del tuo mondo più segreto, del tuo desiderio, purissimo e prepotente, di dipingere ..
Chiudo gli occhi e vedo le strade, i boschi dove ti smarrirai: sarai la festa verde del Sirente in primavera.
Laghi e oceani in tempesta navigherai muta e avrà un approdo d’argento la tua meraviglia.
Nel blu di cieli immensi appenderai dischi di lune e di luci, spavalda e tenera come sei.
Sei il mattino che dalla finestra illumina i letti disfatti dal sogno e dal desiderio.
Sei l’incarnato lucente di un nudo allo specchio.
Sei la bruma che vela i monti che tanto ami, i sogni di un bambino, i ricordi di un vecchio che ingoia fumi e silenzi, seduto sotto un muro sbrecciato.
Sei acqua sorgiva, sei il fuoco innocente di un tramonto.
Sei l’arcobaleno che nel cuore ti vive,
Questo vedo, sento, scrivo.
Buona fortuna, Serenella.

Prof.ssa Raffaella Mangiarelli
amica e collega

Inteso il Neorealismo, nel campo delle arti figurative, come reazione al formalismo dell’arte astratta, a ragione si può ascrivere Serenella Polidoro fra gli operatori neorealisti.
Non a caso la sua produzione artistica si permea prevalentemente di visioni paesaggistiche di rara solarità, si connota attraverso una continua ricerca di timbri cromatici che privilegiano la potenza suggestiva dei colori o delle immagini tendenti a rivalutare l’oggettività del reale, in polemica con l’idealismo in cui predominano gli elementi astratti e staccati dalla realtà.
Polidoro nella sua pittura , però, non è mai statica né manieristica, perché, non poche volte, va alla ricerca di sfondi infiniti e alla riscoperta di un “io” che trascende lo spazio e il tempo, come nelle significative e profonde consonanze espresse nei soggetti sacri (S. Francesco e S. Pietro Celestino) o come negli oli raffiguranti squarci del suo Sirente Velino: opere delicate e dai toni elegiaci in cui l’artista segue un naturale percorso tracciato dai riverberi della neve e da peculiari proprietà indigene ben scandite da un apprezzabile linguaggio pittorico-figurativo altamente emozionale.
Come si può notare, quindi, l’interazione tra soggetto, sogno e realtà diventa processo evolutivo che ben configura una sicura peregrinazione artistica, nonché culturale, per quanto Serenella sia ancora giovane pittoricamente e alla sua vera esperienza espositiva extra-moenia. Vale evidenziare altresì, come in tutte le sue creazioni, l’ordito e il tracciato figurativo siano sempre vivi ed essenziali e corroborati da una buona grammatica pittorica che esalta nel complesso il messaggio estetico che, la pittrice per inclinazione connaturata, vuole dare di sé agli altri.

Emiliano Splendore
Storico dell’ Arte

2011

Pittrice di intimistiche sensazioni, generate dagli effetti della luce notturna, elementi significativi di un’anima fortemente contemplativa, che ha timore di esporre la propria “nudità” rifugiandosi in un mondo misterioso dalle tonalità apparentemente fredde, ma che conducono ad una elevazione spirituale profonda, dove tutto è diverso, magico, attutito dal senso del mistero. Tutta la scena è avvolta e dominata dalla luce lunare, Selene madre ed amica durante i momenti difficili, abbraccia tutto con la sua forza rigeneratrice. Illuminando la “Via”, il percorso personale, difficile da proseguire, mostrando nuovi aspetti e nuove sensazioni, restituendo la sicurezza perduta, e nuova linfa con i suoi magici scenari di un mondo al negativo, per meglio apprendere il significato della vita e affrontarlo con più vigore.
Ecco il segno delle sue opere, queste magiche visioni notturne dove ogni particolare è preciso e studiato, ogni scena ha valore altamente simbolico ed onirico in cui la luce lunare evidenza e sottolinea un mondo fiabesco di grande intensità e spiritualità. Scene quindi monocromatiche che contribuiscono a dare un maggiore significato alle opere, soffuse di profonda solitudine e coscienza della propria debolezza: “Con la luna”, o di muta preghiera al magico astro della notte che si nasconde ed illumina: “Bagliori”. Colori vivi e brillanti, disegno curato e preciso, con particolare attenzione alla luce, sempre lei, che avvolge le rotondità del corpo della donna e ne evidenzia la sua fragilità e bellezza nel delicato uso dei chiaro scuri tenui, soffici, coinvolgenti, stemperati dall’uso del bianco, in una scena di calda intimità.

Girolamo Galluccio
Storico dell’Arte

Elemento centrale nei lavori di Serenella Polidoro è l’impianto tonale che dona espressività al dipinto, come se ne scaturisse direttamente dalla tessitura della tela. Con la sua creatività, l’artista reinterpreta la realtà secondo il proprio sentire. La sua è una timbrica cromatica avvincente, capace di attrarre il fruitore in suadenti visioni. Siamo dinnanzi a racconti visivi dal grande spessore narrativo che donano nuove chiavi di realtà del mondo circostante.

Sandro Serradifalco
Critico d’Arte

L’elevata fattura stilistica dona all’intento rappresentativo un eccelso valore narrativo. L’artista con la sua verve compositiva concretizza il lirismo del messaggio.

Caterina Randazzo
Critico d’Arte

A Serenella
Di colore e forme e
ombre m’illumino
e ritraggo dai
contrappunti
imprevedibili e
transitori di
cornici esplose
e disperse.
d’affanno partorito
Dal mistero del tuo
tratto,
infine io esausto
e smentito d’amore
eterno m’astraggo.
è però aspettando
i sogni che il
niente si stratifica
e costruisce
la verità mai più
cercata.
rifugiata da tempo
o forse da sempre
fra le pieghe
segrete di un’arte
nascosta,
finalmente si svela
nel colore irreale
delle tue
ardite mescolanze.

Massimo Santilli
storico e scrittore

Serenella Polidoro è riuscita a prendere una tale confidenza con l’elemento luminoso da riuscire a spaziare da ambientazioni diurne dall’atmosfera diafana e splendidi notturni al chiaro di luna. E’ qui che la pittrice sviluppa un rapporto simbiotico con la tela, sussurrando le proprie sensazioni più profonde attraverso sfumature rarefatte e angoli bui in cui nascondersi. Polidoro ha trovato nei blu la sua dimensione, quasi appartenesse intimamente a quel mistero che sono capaci di evocare. Il suo è un desiderio inconsapevole di coprire la realtà delle cose, perché la magia lunare ne illumini solo gli aspetti più belli, perché ci sia ancora un posto per assopire i pensieri e tornare alle origini. Così le figure si confondono, le ombre prendono il loro posto in un tutto etereo, che pare quasi un sogno, e l’autrice conquista quella pace che sembra non appartenere più a questo mondo.

Chiara Strozzieri
Critico d’Arte

2012

Un mondo interiore narrato dal segno misterioso e onirico, istintivamente attratto dai riflessi della luce.
La stesura si trasforma e ci offre visioni suggestive e surreali, evocando linguaggi interiori per una nuova dimensione descrittiva.
La tecnica del segno, va verso l’automatismo, un automatismo che sviluppa simboli, che inserito nel contesto figurativo, diventano il segno pittorico di Serenella.
Serenella Polidoro riesce in certe opere a catturare la fuggevolezza del reale, le sensazioni diventano facile lettura. Uno spazio, che nel tempo, trova risposte reali.
Nelle ultime opere si coglie la determinazione e il nuovo modo di dipingere, si avverte una forma gioiosa di proporre le sue tematiche. E’ il momento in cui la sua pittura diventa una sottile vena poetica.
La Polidoro è ancora alla ricerca di spazi e tematiche che ricerca continuamene in soggetti visivi, ma è soprattutto alla ricerca di soggetti che scaturiscano dal suo “io” artistico.

Mariarosaria Belgiovine
Critico d’Arte

Serenella Polidoro estrinseca la sua pittura lasciando raccontare ai colori le sensazioni del proprio “io”. Cerca nelle sue tematiche pittoriche una risposta alle realtà che spesso non riusciamo a estrinsecare. Le sue tematiche sono temi profondi perché semplici, semplici nella lettura, semplici nell’interpretazione. Parte dal segno con un automatismo che con naturalezza crea simboli e immagini racchiusi in colori dolci che diventano forti quando la tematica affrontata richiede l’impatto visivo; è il momento dove Serenella supera il momento della sensazione. Sviluppa la sua pittura in dimensione di spazio e tempo, dove la sua percezione del reale non è mai statica o ripetitiva, sono i suoi dipinti che emergono con naturalezza, i colori nasce fuori dagli schemi tecnici, nasce da una sua interiorità. Nel corso della sua formazione pittorica Serenella Polidoro è riuscita a rendere le immagini figurative momenti reali sfumati da un velo che appartiene al sogno e all’illusione quotidiana. Il suo dipingere è un dipingere indipendente che imprime con il colore il momento di realizzazione istantaneo e attuale. Le ultime opere appartengono alla trasformazione interiore dell’artista, con una spasmodica ricerca di sensazioni e momenti di creatività infinita. La sua è una pittura in continua evoluzione.

Roberto Franco
Critico d’Arte

Serenella Polidoro nasce nel 1967 a Castelvecchio Subequo, in provincia de L’Aquila. Il paesaggio, e in particolare gli scorci del territorio che le appartiene, vicoli, muri, sono il primo campo di studio. Già caratteristica in queste opere è la luce, il chiarore che emerge dagli angoli della tela, a rendere un’atmosfera oltre il soggetto in primo piano. L’evoluzione rapida del suo modo di dipingere la porta in breve tempo ad una pittura ancora figurativa, in cui il paesaggio è trattato però in modo completamente diverso. Una nevicata, un lago, i notturni divengono suggestioni, visioni oniriche, nelle quali si rivela l’abbandono alle sensazioni più intime, quasi ad una visione mistica del creato. Molto spesso fa uso del blu, in tonalità diverse, ma sempre perfette ad accentuare la dimensione spirituale. La luce diffusa, i chiarori, persino i bagliori, sono sempre estremamente sfumati, perfettamente modulati con grande dolcezza. Tutte le opere sono racconti simbolici, interpretazioni della realtà mediate da una sensibilità che ne coglie il mistero e lo restituisce sulla tela intatto e affascinante.

Maria Teresa Majoli
curatrice della Galleria d’Arte Il Melograno

La pittrice Serenella Polidoro ci propone una baluginante visione di una femminilità velata e discreta, sussurrata da colori e luce tenui sì da enfatizzare la narrazione oggettiva. Un ensemble pittorico di valore che si innesta su un voluto onirismo romantico, prezioso portavoce dell’animo sensibile dell’artista.

Dino Marasà
Critico d’Arte

Una figurazione dall’accento enigmatico, quella narrata visivamente da Serenella Polidoro. Una figurazione caratterizzata da un linguaggio cromatico che si esprime attraverso gli azzurri. Una figurazione che va alla ricerca di un nuovo mondo in cui far sentire la sua voce. Autentiche poesie visive fare la loro comparsa sulla tela. Melodie di luce squarciare la profondità degli abissi. Viaggi della memoria percorrere autostrade mai esplorate. Quelle qui proposte dall’ Artista, sono le sue confessioni più intime. Il narrato sembra seguire il pentagramma sussurrato dalla psiche, fino ad arrivare a creare delle autentiche armonie visive, in grado di affascinare lo sguardo dell’osservatore. Serenella attraverso le sue opere ci porta in un mondo onirico. Un mondo in cui è ancor lecito sognare. Ci invita a fuggire da una società metropolitana caratterizzata dal malessere e dall’ingiustizia. Una figurazione che diventa l’espressione di sentimenti puri. Una figurazione

Salvatore Russo
Critico d’Arte

2013

L’alchimia dell’immagine dalla densa cromia, che accentua la sensualità, conferisce alla composizione fascino e profonda emotività e diventa narrazione evocativa di un’atmosfera intrigante che si concretizza in poesia.

Mara Ferloni
Critico d’Arte

Un’odalisca danzante, leggera come i suoi veli, nasconde il proprio volto nella concentrazione espressiva del ballo. L’ armonia dei tocchi coloristici e sfumati contrasta con lo scuro dello sfondo, alleggerito da materia dorata. Buona ambientazione.

Barbara Righetti
Critico d’Arte

Quando un lavoro ha una tale confidenza con la spiritualità del suo autore, da stabilire con esso un sincero rapporto di empatia, ecco levarsi i quadri di Serenella Polidoro, una pittrice che sta costruendo negli anni un percorso davvero personale e originale. Partita da una ricerca prettamente figurativa, lei ha sfruttato la dote innata di abile disegnatrice per fare sempre più il suo lavoro di artista e scoprire che il vero fulcro della propria arte è la luce, quella che in Africa l’ha folgorata, condizionando ogni nuova percezione della realtà. E di luce vivono i suoi quadri, arricchiti di elementi esoterici e piccole figure umane inghiottite dalla pasta materica, che letteralmente vibrano trasportandoci in un luogo lontano e straniero. Per far sì che l’approccio con l’opera d’arte non sia più soltanto visivo, l’autrice si avvale di una tecnica mista, che quasi nasconde il soggetto reale e lo confonde in una rete di spatolate decise, interventi collagistici e lavaggi del colore. Attraverso tutti questi interventi è possibile assaporare il gusto della terra d’Africa e vivere il quadro in prima persona, smettendo improvvisamente di ammirarlo e basta. Solo questo forte coinvolgimento può restituirci l’intensità dell’esperienza umana dell’artista e regalarci frammenti di vita, di cui è impossibile essere sazi e che rendono fremente l’attesa del prossimo sviluppo dell’arte di Polidoro.

Chiara Strozzieri
Critico d’Arte

2014

[..] Appartiene ad una cultura extraeuropea anche la ricerca di Serenella Polidoro, che ha incontrato la luce nei suoi frequenti viaggi in Africa e oggi lavora ossessivamente sulla tecnica migliore per raccontarla agli occhi dello spettatore. Ma se qualsiasi immagine catturata dalla sua mente creativa è il frutto dell’incontro tra realtà oggettiva e sentimenti, tra ricordi personali e sensazioni tangibili, l’unico modo per trasportare tutto questo sulla tela è quello di stratificare il colore mille volte, sovrapponendo le spatolate le une alle altre, finchè lo spessore del pensiero non si trasforma nello spessore della pittura. Per vedere i suoi paesaggi sul Nilo o le sue danzatrici berbere basterebbe chiudere gli occhi e passare la mano sull’opera, leggendo quella scrittura che solo Polidoro può codificare. Ma fortunatamente gli occhi sono aperti e possono godere dei passaggi improvvisi tra cristallini secchi d’acqua che si confondono col cielo e notti nere da cui emergono ori preziosi e toni caldi del deserto.
L’artista, ripercorrendo il proprio vissuto in una sorta di diario per immagini, guadagna una sempre maggiore sensibilità, che si riflette in un lavoro via via più intenso. In una evoluzione continua dello stile, possiamo riconoscere una perfetta sintesi tra razionalità e istinto, tra attenzione a tutti gli elementi compositivi e l’asservimento ad un modulo artistico di vago gusto primitivo.

Chiara Strozzieri
Critico d’Arte

2019

Nella composizione raffinata, equilibrio ed armonia, avvolgono l’atmosfera di magico silenzio, di impulsi emotivi ed indimenticate memorie in scorci di lontani paesi

Mara Ferloni
Critico d’Arte

In una semantica ben bilanciata di chiari e scuri, appare una vivace dialettica compositiva di piani sovrapposti, che scandiscono il costruito e le montagne. Inoltre, l’azione formale della tecnica artistica, utilizzata, ribadisce “lo stare” delle case e delle montagne, che si ripetono in mille riflessi e si compenetrano unificando i ruoli, i rumori ed i silenzi.

Barbara Righetti
Critico d’Arte

Serenella polidoro riesce a esprimere con rapidità l’impulso spontaneo che gli sgorga da dentro. In una tecnica dallo spessore cromatico e dai materiali compositivi sapientemente inseriti nella tela, l’entusiasmo è evidente e si concentra sull’uso di colori forti dettati da una visione profonda. Le sue rappresentazioni si aprono a interpretazioni artistiche dove il mondo informale è sfondo e protagonista assieme. Nel mondo di Serenella polidoro la matrice astratta è una scelta visibile e non occasionale: autrice di autentiche poesie pittoriche evita virtuosismi o eccessi, per lasciare spazio a intuito e immaginazione. L’ampio respiro delle sue opere, volutamente spogliate da rigidi formalismi esaltano l’intensità della materia che è dunque più libera di fluire sulla tela. In quella che è la visione introspettiva dell’artista, lo sguardo diventa fisso su una ricerca interiore dove le rappresentazioni -poi trasposte sul supporto- diventano incastri quasi geometrici e razionali; come a dire che la verità c’è ed è presente; ma non è mai una sola. Ecco allora il riflettersi e l’infrangersi di una visione a specchio frammentata, a tratti discontinua, eppure sempre organica. In uno spazio che non definisce la forma, la pittura di questa artista diventa raffinata analisi del reale nel netto rifiuto di una raffigurazione iperstrutturata.

Chiara Pittavino
Critico d’Arte

2020

Serenella Polidoro si affaccia timidamente al Sulmona con una pittura coraggiosamente idilliaca evocante grandi spazi silenti e battiti d’ali come epifanici simboli di un’esistenza serena.

Marcello Guido Lucci
Critico d’Arte

Serenella Polidoro lavora con impegno e passione sulla non facile linea di confine tra il tempo della memoria e quello del presente, tra l’affiorare di cenni figurali, reminescenza di un passato figurativo a cui l’artista non può rinunciare, e la definizione di un impianto costruttivo informale, nelle sue suggestive tecniche miste in cui il colore è materia, stratificazione, crescita e vita.

Maria Cristina Ricciardi
Critico d’Arte

2021

Serenella Polidoro si presenta con vedute di paesi biancheggianti, circonfusi da colline e attraversati da lame di colori vibranti e franti, come visti attraverso uno specchio rotto, un effetto memore della lezione cubista che scomponeva gli oggetti in una visione prismatica dei punti di vista. Questa ricerca stilistica assume nella Polidoro un accento diverso: non c’è l’affondo intellettualistico di Braque, ma dal soggetto traspare un tremolio fiabesco che rende questi spaccati paesistici bolle intime e accoglienti che emergono nello spazio grazie all’impiego di una densa e corposa materia pittorica.

Davide Pugnana
Critico d’Arte

2022

Ci consegna “Paesi” un olio molto suggestivo e garbato dove le forme sono appena suggerite e avvolte in un’armonia cromatica sicuramente convincente. L’opera si sviluppa prevalentemente lungo l’asse centrale, lasciando ampi spazi all’esterno. In questo modo il dipinto respira e si rende gradevole e fruibile.

Roberto Di Giampaolo
Critico d’Arte

Nasce e risiede a Castelvecchio Subequo. Autodidatta, si forma frequentando corsi di perfezionamento tecnico. Alla base, c’è una grande vocazione all’arte che resta sempre essenzialmente un atto di tecnica e di poesia, campi di attenzione che le appartengono. Il suo lavoro, una elegante composizione, è giocata sui toni soffusi dei verdi e degli azzurri, che definiscono, nei cenni descrittivi volutamente labili e interrotti, un paesaggio riflesso più nella nostra mente che dalla realtà, in cui ogni elemento è relazione mnemonica con l’osservatore: un fiume che scorre lentamente, il riflesso delle case e degli alberi, gli scorci naturali del paesaggio abruzzese che si affacciano alla visione, laddove tutto è reale e tutto è apparente.

Maria Cristina Ricciardi
Critico d’Arte

Nasce e risiede a Castelvecchio Subequo, in provincia dell’Aquila. Sin da giovanissima, manifesta una forte inclinazione al disegno ed alla pittura, passione che la spinge a frequentare con gratificazione corsi di perfezionamento per affinare le tecniche ed i linguaggi espressivi. Nei suoi lavori pittorici, ama raccontare il proprio vissuto, soprattutto l’emozione dei luoghi incontrati, fermando sulla tela, non il particolare, non il dettaglio ma una visione d’insieme incentrata soprattutto sulla suggestione percepita, quale sintesi emotiva di una condizione dell’artista che non si ferma alla realtà retinica ma va oltre, volendo cogliere di un determinato luogo null’altro che l’atmosfera. Molti critici hanno scritto del suo lavoro, apprezzato nelle numerose e qualificate rassegne d’arte contemporanea a cui ella ha partecipato, ottenendo riconoscimenti e premi in vari Concorsi di Pittura Estemporanea e in Concorsi Nazionali. [..] Nella sua opera emerge la padronanza tecnica nell’uso di stesure di colore che si sovrappongono, sfumano, si contaminano, fino a costruire, segno dopo segno, uno spazio assolutamente pittorico ed autonomo rispetto a quello della realtà. Una Primavera che è anche un’immensità che ci invita ad allungare lo sguardo verso l’infinito, fino ad abbracciare ciò che è oltre la vista, fino a raggiungere, al di là della superficie delle cose una profondità autentica e nuova, non meno tangibile e bella delle cose reali.

Maria Cristina Ricciardi
Critico d’Arte

Opera pittorica suggestiva e al contempo complessa, i toni sono azzurri, celesti e verdi chiarissimi, nell’acqua emergono poi i riflessi e le luci del paesaggio descritto in modo favolistico e dallo stile raffinato. Ottima la composizione.

Barbara Righetti
Critico d’Arte

2023

Il lavoro pittorico della Polidoro attinge al ricordo, alle memorie di viaggi che diventano ideaizzazioni. Un lavoro straordinario di sintesi narrativa e visiva, un’elaborazione tecnicamente vincente.

Valentina Marongiu
curatrice d'arte e della galleria MAAV GALLERY (MN)

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